L'ATTIVISMO DIGITALE A SERVIZIO DELLA COLLETTIVITÀ

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INTRODUZIONE

Gli strumenti digitali permettono di attivarsi velocemente in un'emergenza;l'esperienza della pandemia e di altre crisi precedenti inducono a una profonda riflessione sul ruolo dell'attivismo digitale e le sfide a cui è chiamato a rispondere .

Tali sfide riguardano diversi ambiti: dalle modalità di organizzazione, alle relazioni che si attivano con stakeholder e fruitori, alla creazione e diffusione delle informazioni, alla misurazione dell'impatto dei processi attivati.

Mettendo insieme attiviste e attivisti dall'Italia e da altri paesi, in occasione del Festival della Partecipazione 2020, abbiamo organizzato un workshop di confronto sulle pratiche per elaborare proposte e possibili soluzioni attivabili guidate dai principi di collaborazione, attivismo, trasparenza e responsabilità

INTRODUZIONE - NOTA METODOLOGICA

Il report a seguire è frutto della sistematizzazione degli interventi realizzati durante l'incontro "L'attivismo digitale a servizio della collettività - Esperienze di civic hacking nazionali e internazionali a confronto", tenutosi domenica 18 ottobre nell'ambito del Festival della Partecipazione 2020.

I contenuti sono stati organizzati in quattro dimensioni :

  • Creazione, intesa come lo spazio in cui si generano esperienze di civic hacking e dove si sviluppano processi e strumenti, dove si producono dati e informazioni;
  • Distribuzione, ovvero quella dimensione che riguarda la diffusione dell'esperienza, utilizzando strumenti, canali e linguaggi; che trasferisce ed esporta il progetto verso l'utente finale;
  • Fruizione, che raccoglie gli elementi relativi all'esperienza dell'utente finale, focalizzata su bisogni concreti, infromativi o relazionali;
  • Impatto e sostenibilità, intese come dimensioni per descrivere le conseguenze al medio periodo sulle comunità interessate e le scelte da compiere durante le emergenze e una volta concluse

Ogni dimensione comprende delle sottocategorie a cui sono associate delle proposte che spaziano dall'ambito più generale dell'attivismo digitale (o civic hacking), ad alcune più puntuali associate alla generazione e sviluppo di progetti come la piattaforma Covid19Italia.help.

1 CREAZIONE

| Replicabilità: come favorirla (dati aperti, codice, knowledge base, faq, etc.)?__Dati: quali sono i dati rilevanti e come aprirli? Cosa non bisogna fare? | | — |

  • Processi e strumenti

L'attivismo digitale usa una metodologia open-source sia in termini digitali (codice aperto) che di trasparenza dei processi.

In molti casi gli strumenti e le prassi devono essere sviluppate ex-novo, impegnando tempo e risorse agli attivisti. Un approccio open-source permette invece di utilizzare risorse già sviluppate e far riutilizzare ciò che si sviluppa ex-novo: infrastrutture, software, prassi di gestione dei flussi di informazione, strategie di comunicazione e coinvolgimento, etc. In questo modo si consente la replicabilità degli strumenti e lo sviluppo di nuove forme e occasioni di attivismo. Per avere processi che funzionano, la parte di processo deve essere documentata, deve essere data la giusta importanza alla metadatazione.

Allo stesso modo, avere a disposizione un team eterogeneo composto da ingegneri informatici, sviluppatori, giornalisti, esperti social media etc. da la possibilità di sviluppare soluzioni e diffondere hard skills in ottica multidisciplinare.

Proposte:

  • Definire le infrastrutture ed i processi , quindi identificare degli standard che possono essere abilitati ed attivati durante l'insorgere di un'emergenza o di una mobilitazione.
  • Allargare la rete di attiviste e attivisti con competenze diversificate; la ricchezza dei progetti di questo tipo è una rete di competenze orizzontali e non verticalizzata.
  • Coinvolgere gli stakeholder nei territori per basare la progettazione delle iniziative sugli specifici bisogni delle comunità locali.
  • Coinvolgere gli stakeholder nella gestione e/o produzione delle informazioni affinchè aumenti l'impatto e la sostenibilità del processo.

  • Dati e informazioni

Le emergenze possono sicuramente esacerbare le disuguaglianze ma avere una raccolta di dati puntuali permette di avere una chiave di lettura interpretativa qualitativa e quantitativa dell'emergenza stessa.

Un progetto di civic hacking che può contare sulla localizzazione delle informazioni e dei dati crea più valore, questo è confermato dall'ultima emergenza. Nel contesto attuale le sfide rilevanti contro le ingiustizie (emergenza climatica, discriminazioni di genere, diritti dei migranti, lotta alla corruzione etc.) pongono a chi fa attivismo digitale delle questioni, e chiedono di adeguare gli strumenti alle riflessioni portate avanti in altri ambiti.

La richiesta alle istituzioni di accesso alle informazioni e ai dati può scontrarsi con diversi problemi e ostacoli, tuttavia è necessario garantire il diritto fondamentale alla trasparenza dei processi decisionali in quanto favorisce un dibattito informato.

Proposte:

  • Raccogliere dati disaggregati per genere e altre variabili rilevanti secondo una lente intersezionale; (p.es. raccolta di dati in ottica di genere); agire per richiedere a istituzioni di creare dati e informazioni seguendo questo approccio.
  • Affinché le informazioni visive e testuali siano utili, devono essere verificabili e riutilizzabili - come per gli open data - per questo è necessario elaborare linee guida su meta-datazione e redazione.
  • Sviluppare sinergie per monitorare la produzione e il rilascio di dati da parte delle istituzioni.

2 DISTRIBUZIONE

| Fruizione e diffusione: quali buone pratiche in materia di linguaggio, Web accessibility, UX, responsiveness, etc.? | | — |

  • Visualizzazione ed elaborazione

La visualizzazione dei dati e delle informazioni (tabelle, diagrammi, mappe, gif animate, etc.) permette di aumentare le opportunità di diffusione ma deve essere realizzata con consapevolezza degli strumenti e delle capacità di chi ne fruisce. Le visualizzazioni non sempre riportano fonti e guide alla lettura, specifiche su natura descrittiva o predittiva, link e data delle fonti impiegate, etc. Mappe, dashboard e tabelle sono sicuramente più spendibili in un contesto di fruizione digitale, e sono spesso in grado di raccontare un progetto e il suo impatto in maniera veloce. Risulta necessaria per cui, la pubblicazione delle fonti in formato riutilizzabile.

Le informazioni possono anche essere semplificate in brevi messaggi quali card o meme, per distribuirle a target con differente alfabetizzazione e familiarità all'online, tramite social network e gruppi di discussione.

Con una elaborazione dei contenuti che transitano all'interno delle piattaforme attraverso canali social, è possibile comunicare in maniera semplice ed immediata, veicolando informazioni verificate.

Proposte:

  • Formare alla visual literacy e data literacy quei livelli intermedi che si rivolgono agli utenti finali (es. mondo del volontariato ma anche quella PA che potrebbe entrare in alleanza con il progetto) come gli stessi utenti finali.
  • Progettare strumenti e strategie in maniera adeguata alla fruizione da dispositivi mobili , che rappresenta una parte rilevante dell'accesso alle informazioni online.
  • Semplificare il linguaggio in ottica di accessibilità e sviluppare il design di piattaforme e contenuti per migliorare la User Experience degli utenti finali
  • Progettare per il riutilizzo e la distribuzione (pubblicare mappe e dati che siano facilmente embeddabili, etc.)
  • Includere nei gruppi di lavoro figure esperte di comunicazione per tarare gli strumenti informativi e di semplice comprensione. Buona norma sarebbe quella di promuovere un giornalismo di tipo relazionale.

  • Canali

L'accesso alle informazioni da parte degli utenti finali avviene tramite canali e linguaggi eterogenei, e che non si escludono. Spesso, l'accesso alle informazioni avviene in maniera rilevante tramite piattaforme social media che gestiscono in maniera non trasparente la distribuzione delle informazioni, e l ' accesso a internet e' condizionato da fattori sociali, di genere e ambientali.

Per questo l'uso di canali e modalità di distribuzione eterogenei e' imprescindibile, ma va combinato con la comprensione dei bisogni delle comunità nei territori.

Proposte:

  • Stringere alleanze con stakeholder, gruppi tematici e reti locali affinchéaffinchè diffondano i contenuti direttamente agli utilizzatori finali (end users).
  • Conoscere bisogni e comprendere l'alfabetizzazione digitale delle comunità permette di adattare la strategia e gli strumenti per veicolare la piattaforma. ;
  • Impiegare linguaggi eterogenei e metodi veloci di creazione e distribuzione (strategia FairFastFun di Taiwan; soluzioni sviluppate da Code 4 Romania).
  • Sperimentare canali 'esterni' alle testate informative e ai social network (volantini; ambienti di gaming; bot; etc.).
  • Realizzare percorsi formativi di alfabetizzazione digitale sui canali social per coloro che si adoperano all'interno della piattaforma.

3 FRUIZIONE

| Fruizione e diffusione: quali buone pratiche in materia di linguaggio, Web accessibility, UX, responsiveness, etc.? | | — |

  • Comunicazione

Contrastare la diffusione di fake news e' una delle priorità per migliorare gli ecosistemi digitali, e durante una fase di emergenza l'accesso a informazioni verificate e' un fattore critico di resilienza per le comunità e le singole persone. Per questo una delle dimensioni rilevanti del civic hacking e' la diffusione di informazioni che possano alimentare il dibattito e alfabetizzare le persone rispetto alle tematiche oggetto dell'emergenza.

Proposte:

  • Sistematizzare le strategie di debunking con il supporto di attivisti e attiviste, istituzioni e piattaforme social.
  • Utilizzare linguaggi inclusivi, prestando particolare attenzione a target vulnerabili;
  • Fornire soluzioni di accesso immediato alle fonti verificate, permettendo così di abilitare gli utenti finali rispetto alla veridicità delle informazioni che poi alimentano dibattito pubblico (soluzioni sviluppate da Code 4 Romania);

  • Risposta ai bisogni

Piattaforme e iniziative di civic hacking vivono la dicotomia tra globale e locale. Da una parte e' fondamentale svilupparle per un impiego su larga scala, per renderne sostenibile lo sviluppo, ma dall'altra devono poter essere declinate sui bisogni locali e quotidiani, per cui è necessario un collegamento tra online e offline.

Proposte:

  • Supportare le comunità nell'emersione e nel matching di bisogni e risorse , facilitando dove possibile l'uso di strumenti digitali
  • Accompagnare modalità online e offline , per avvicinare i target che esprimono un bisogno di contenuti e strumenti (p.es. mappe, pubblicazione di annunci, etc) immediati.

4 IMPATTO E SOSTENIBILITÀ

| Strategia / Resilienza: cosa può essere fatto in tempo di pace, prima delle emergenze, in modo da essere poi pronti ad affrontarle?__Rapporto con stakeholder e partner (NGO, istituzioni, etc.): che forme di riconoscimento servono? Come coinvolgerli al meglio?__Governance delle piattaforme: come favorire coinvolgimento e responsabilità? | | — |

Il civic hacking richiede meccanismi di trasparenza e l'accesso ai dati rispetto a fenomeni di interesse collettivo, per questo non ha bisogno di competenze specifiche, in ogni contesto possono definirsi mix di competenze e di soluzioni più adeguate a rispondere ai bisogni della comunità.

Allo stesso tempo c'è un'esigenza di trasformarlo da pratica limitata ai momenti di emergenza a strumento della vita democratica delle comunità.

  • Rapporto con stakeholder e istituzioni

Le amministrazioni pubbliche stanno rivelando una scarsa prontezza a sviluppare politiche basate sulle informazioni e sulle evidenze, specialmente in uno scenario caratterizzato dalla ricorrenza di emergenze (ambientali, sociali, sanitarie, etc.). Gli strumenti ordinari di policy making e governo sono messi in crisi, eppure proprio in tempi di crisi l'accesso alle informazioni è un fattore fondamentale per garantire la tenuta delle democrazie. Gli stessi processi di civic hacking sono trasparenti e producono dati accessibili, questo permette di diffondersi come prototipi e a essere adottati anche dalla pubblica amministrazione migliorando i rapporti con la cittadinanza e la fiducia reciproca. Allo stesso tempo permette di essere adottati da gruppi di attivisti in altri contesti (gli strumenti di Ushahidi; gli strumenti di bilancio partecipativo in Francia etc.)

Proposte:

  • Creazione di un civic hacking come la protezione civile : una community, dei gruppi collegati che si preparano, si allenano. Alcune piattaforme dovrebbero essere utilizzate sempre, adattandole ai tempi e dialogando con le istituzioni.
  • Promuovere ai diversi livelli l 'accreditamento istituzionale , per dare maggiore forza al progetto, creare reti e sinergie per rispondere ai bisogni. Un esempio, alleanze con le PA, in particolare con il mondo dei social media manager pubblici.
  • Alimentare la community una volta avviato il progetto, per avere cura di chi prenderà in mano il progetto per far sì che vi sia sempre un'interazione con gli utenti che ne fanno uso.

  • Gestione

Il rischio degli strumenti digitali e' che siano vissuti come strumenti specialistici di informazione, senza un reale coinvolgimento delle comunità.

Trasformare gli utenti in contributori e gestori delle piattaforme è una delle sfide principali per sostenerne la crescita e l'uso. Ma in ogni caso un gruppo informale o una realtà costituita solo da volontari, spesso incontra delle difficoltà di gestione nel medio lungo periodo.

Allo stesso tempo appare evidente quanto siano necessarie competenze eterogenee, sia specifiche (sviluppo, social media, comunicazione, design, etc.) che trasversali (lettura bisogni, gestione crisi, etc), insomma un approccio piuttosto che singoli strumenti.

Proposte:

  • Analizzare modelli misti di gestione tra staff e volontari (esempi di Frena la Curva e Code4ro);
  • Usare un approccio trasparente e una knowledge base (come da esempio Frena la Curva) per attrarre volontari;
  • Approfondire approcci di innovazione aperta e anfibia, valorizzando knowledge base e scambi.

  • Impatto

Il rischio dell'attivismo digitale è che generi strumenti che siano vissuti come strumenti di informazione, ma la pubblicazione di dati e informazioni non è di per sé sufficiente a generare partecipazione e non determina l'impatto dell'iniziativa.

Proposte:

  • Rendere disponibili in tempo reale dati sull'utilizzo delle piattaforme;
  • Documentare l'utilizzo della piattaforma e favorire la diffusione di episodi positivi come strumento di engagement e accreditamento ;

  • Attivare ruolo di stakeholder e comunità di utenti nella gestione delle piattaforme, responsabilizzando in ottica di gestione condivisa.