Le prime pagine dei principali quotidiani cominciano a riportare quello che già avevamo previsto all’inizio di questa crisi: le condizioni di precarietà che già si vivevano prima adesso sono stridenti, non si contano i nuclei che hanno perso o dimezzato il loro reddito. Non si contano i soldi spesi dallo Stato nel sostenere istituti bancari e grandi aziende mentre solo briciole si sono riservate agli ammortizzatori sociali per centinaia di migliaia di lavoratori, famiglie, disoccupati, piccoli commercianti. Briciole che non bastavano prima e non basteranno ora che si dà fondo ai risparmi familiari.
Cominciano ad arrivarci telefonate di chi la spesa non la può fare e le reti assistenziali già esistenti sul territorio non riescono ad accogliere le nuove richieste. Ci siamo fatti carico dei bisogni della comunità dove le istituzioni hanno disertato. Adesso abbiamo bisogno del vostro supporto per continuare ad aiutare le famiglie e i soggetti più fragili del quartiere.